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il progetto

Per anni ci siamo chiesti dove avremmo trovato il nostro terroir, ossessionati dalla ricerca di una geologia tutta nostra.

Gli anni passavano, bottiglia dopo bottiglia, campo dopo campo, alla fine è arrivato, come un maestro che appare quando l’allievo è pronto. Era sempre stato lì, a pochi chilometri da noi a guardarci dall’alto, avvolto nel mistero, orfano di un custode, di un interprete in cerca di qualcuno che trovasse il coraggio di crederci.

Altitudine, neve, escursioni termiche, terreni geologicamente antichi, ricchi di sedimenti calcarei che salendo si trasformano in Flysh e sabbie vulcaniche. Qui abbiamo deciso di affondare le radici ed intraprendere la nostra spedizione, con l’obbiettivo di ascoltare questi luoghi e tradurli in vino per primi, come esploratori di una nuova terra appena scoperta.

Liberi da regole e disciplinari, curiosi di capire, ispirati da maestri artigiani che per anni hanno monopolizzato le nostre bevute. Finalmente il nostro sogno si è realizzato, proprio qui sull’antico vulcano, il Monte Amiata, una pagina bianca che speriamo di scrivere bottiglia dopo bottiglia.

AGRICOLTURA

Ci sentiamo come pionieri giunti su una nuova terra, da un lato la voglia di fare è molta, ma dall’altro le nostre esperienze professionali, così come i numerosi calici che sono passati sulle nostre tavole, ci insegnano che ci vuole il coraggio di non intervenire e di concedere libertà alla natura.

Crediamo che il punto d’inizio sia accettare il nostro ruolo di custodi invece che comandanti, vedere la natura come la nostra più grande risorsa per produrre un vino vero e di terroir, un vino dove la natura, ovvero la vita, non sia stata intralciata o dominata. 

AGRICOLTURA

Ci sentiamo come pionieri giunti su una nuova terra, da un lato la voglia di fare è molta, ma dall’altro le nostre esperienze professionali, così come i numerosi calici che sono passati sulle nostre tavole, ci insegnano che ci vuole il coraggio di non intervenire e di concedere libertà alla natura.

Crediamo che il punto d’inizio sia accettare il nostro ruolo di custodi invece che comandanti, vedere la natura come la nostra più grande risorsa per produrre un vino vero e di terroir, un vino dove la natura, ovvero la vita, non sia stata intralciata o dominata. 

E ARTIGIANATO

Dove sia in vigna che in cantina l’uomo si è concesso qualche rischio in più e si è messo un po’ a lato, cosciente che la posta in gioco è l’assoluta bellezza delle cose scolpite dalla natura, imparagonabile al miglior artificio che la mano umana possa concepire.

In vigna coltiviamo secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, per noi è importante restituire una fotografia nitida del luogo e della sua stagione, in cantina preferiamo gestazioni lunghe che accolgano il microcosmo del luogo.

Ci avvaliamo di contenitori di vario tipo per lo più neutri e porosi. Non disdegniamo raspi e fermentazioni a grappolo intero, sarà il vino stesso a indicarci la giusta via, noi possiamo solo essere artigiani sensibili e fiduciosi.

Di sicuro ci divertiremo!

E ARTIGIANATO

Dove sia in vigna che in cantina l’uomo si è concesso qualche rischio in più e si è messo un po’ a lato, cosciente che la posta in gioco è l’assoluta bellezza delle cose scolpite dalla natura, imparagonabile al miglior artificio che la mano umana possa concepire.

In vigna coltiviamo secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, per noi è importante restituire una fotografia nitida del luogo e della sua stagione, in cantina preferiamo gestazioni lunghe che accolgano il microcosmo del luogo.

Ci avvaliamo di contenitori di vario tipo per lo più neutri e porosi. Non disdegniamo raspi e fermentazioni a grappolo intero, sarà il vino stesso a indicarci la giusta via, noi possiamo solo essere artigiani sensibili e fiduciosi.

Di sicuro ci divertiremo!

Si tratta di aver fiducia nel proprio luogo e nei suoi frutti, lasciar che completino la trasformazione con i lieviti indigeni; più s’interverrà sulle uve o sui vini durante il processo, cercando d’indirizzarne la traiettoria, più ci allontaneremo dalla direzione che l’uva avrebbe preso naturalmente e così che il terroir si rivela e diviene la voce di ogni luogo. Il buon vino, quello dove il terroir affiora in tutta la sua dettagliata complessità ha bisogno di spazio, di concessioni, ovvero la natura sia in vigna che in cantina ha bisogno di sentirsi libera per rivelarsi e l’uomo può agevolare questa fioritura mettendosi il più possibile al servizio o può imporre le sue convinzioni ed idee, assicurandosi la dissoluzione dell’anima del vino.